Le chiamano erbe alimurgiche o della tradizione. Da buon trentino non faccio eccezione e approfitto della primavera come occasione unica per deliziarmi.
L’altro giorno con un mazzetto di “bruscandoi” i germogli della pianta di luppolo selvatico. Questa mattina vista la domenica grigia vestito da pioggia e pieno di buona volontà mi sono alzato presto. Sono andato a cercare le rive più propizie al reperimento di una pianta prelibata, l’asparago montano detto anche selvatico. Nulla a che vedere con quelli bianchi pure squisiti di Zambana ma qualcosa di assolutamente particolare che mi piace tanto perchè mi ricorda l’infanzia. Un gusto che si assapora anche per la sua rarità.
Rispettiamo le regole
La raccolta di queste erbe è normata da un decreto attuativo della legge provinciale 11 del 2007. A questo link potete leggerne il testo integrale. Permette la raccolta di una modica quantità, vale a dire che un mazzetto è concesso a ciascuno di noi. E il gusto e la soddisfazione valgono il viaggio. Non chiedetemi i luoghi dove trovarli, sono segreti. Chi li conosce li custodisce come un piccolo tesoro. Avete mai ricevuto informazioni da un fungaiolo dove li va a raccogliere?
Come si mangiano
Al massimo, ciò che posso consigliarvi è come gustarli. Sia i bruscandoli che gli asparagi selvatici vanno bolliti. A me piace farli andare poco, sentirli quasi croccanti. Poi si possono mangiare caldi arrostiti nel burro fuso, rigorosamente della Latte Trento da panna di centrifuga. Oppure freddi conditi con limone e olio EVO dell’Altro Garda. Laghel7 o l’Olio di Gu se li volete cercare. Per me i due migliori.