Il binomio agricoltura/contributi facili in Provincia di Trento è uno slogan fin troppo consunto e abusato. Ed è molto difficile far cambiare idea alla comunità trentina entrata ormai da tempo in questo tunnel mentale collettivo.
Ma come dar torto alle persone comuni viste le cifre che girano? Forse un argomento lo ho. Nel 1960 la popolazione trentina che si occupava di agricoltura era il 60% del totale. Oggi a sessant’anni di distanza è solo il 4%. Fosse stata così remunerativa e poco faticosa l’attività avrebbe fatto la stessa fine?
La terra continua a rimanere bassa.
Proprio perché la redditività dell’agricoltura di montagna è risicata, la politica ha previsto dei meccanismi di ristoro ben prima che il Covid ne imponesse di specifici. Anzi, il problema è talmente diffuso e pesante che di questo ripiano finanziario non se ne sono fatti carico solo la Provincia o lo Stato.
A contribuire più di tutti ci ha pensato la grande madre Europa. Il suo bilancio che pareggia su circa 130 miliardi€. Ogni anno ne dedica oltre 50 miliardi€ al solo settore primario. Questi fondi, tutti insieme, concorrono a formare la PAC – la politica agricola comunitaria -.
Si eroga attraverso due grandi canali: i Pagamenti Unici e i PSR (piano sviluppo rurale). Ecco qui sotto un semplice schema.
Il riparto dei Fondi. Mai in automatico.
Ogni 7 anni si imposta una trattativa tra Regioni e tra Stati, per ottenere il massimo possibile. Anche noi in passato cercammo di massimizzare questo processo. QUI IL LINK DI UNO DI QUESTI PASSAGGI.
Non abbiamo avuto menzione che da questa giunta leghista siano arrivate notizie di chissà quali impegni in sede romana o comunitaria. Del resto, è stata la stessa Bruxelles ad aver procrastinato la partenza della nuova PAC dal previsto 2021 al probabile 2023. E per ora ancora nulla di certo.
E intanto? L’utilizzo di una parte dei fondi che verranno assegnati, è stato autorizzato fin da subito. Con le regole attuali. Fin qui direi nulla di strano, è già stato fatto anche in passato.
Il cambiamento che stenta ad arrivare.
Se ci avete fatto caso, fin dal primo giorno dal loro insediamento i leghisti promettevano il cambiamento, cioè grandi novità. Io ascoltavo con curiosità quegli annunci perché con i contributi comunitari non si scherza affatto. Bruxelles è molto severa.
Le linee guida della Commissione Europea non accettano certo di buon grado cambio criteri in corsa. Questo per dare delle minime certezze agli agricoltori e renderli meno schiavi possibile del cambi di corrente politica al governo delle loro regioni. Si chiama programmazione. Apposta. E per antonomasia il contadino deve poter programmare.
Ne sa qualcosa Toti, il destroide Governatore ligure che arrivato al potere qualche anno fa prometteva cambiamenti stravolgenti in campo agricolo alla propria regione. Aveva inviato proposte di modifica al proprio PSR che la Comunità Europea aveva infine sonoramente bocciato.
Come funziona allora?
Misure criteri ed impianto, li decide il Comitato di sorveglianza ma ha bisogno di tempo e di idee chiare. Successivamente ci si reca alla DGagri (direzione generale agricoltura) a Bruxelles. Ci si presenta da un capace funzionario, il dott. Colleluori. E si tratta. Fu lui, ad esempio a concedere alcune cose in cambio dello stralcio della regola che ci avrebbe permesso di ristrutturare le malghe col PSR.
Le azioni della giunta provinciale.
Tutti questi passaggi, dall’attuale giunta, specie in questi primi 3 anni – se sono stati fatti – sono stati tenuti ben nascosti. Certo, ora che cominciano a capirci qualcosa avrebbero voglia di apportare chissà quali modifiche.
Purtroppo, le poche possibilità di modifica che c’erano se le sono giocate con aggiustamenti minori.
L’impianto del PSR di fine legislatura non porterà certo chissà quali novità. Anche negli scorsi giorni si è aperta la Misura 6.1.1 INSEDIAMENTO GIOVANI. Sembrava ci fossero chissà quali novità invece quella più significativa è stata l’attesa. Il resto è rimasto uguale.
Bando misura 6.1.1- insediamento GiovaniDownload
Soldi forse si, e tanti, prevalentemente a scopo elettorale. Specie nel 2023, immagino dunque che si aprirà tutto quello che non si è aperto finora. E si farà presto. A bandi per contributi agricoli questa giunta per ora è stata davvero scarsina. E uno scatto in volata proverà a farlo. Ai poveri agricoltori digiuni da aiuti pregressi, auguro tutto il meglio possibile.
“Estote parati”
Siate pronti a tutto: dicono gli Scout. La lista degli esclusi e delusi sarà lunghissima. E tra questi, ancora una volta potranno esserci proprio gli zootecnici.
In questi ultimi 3 anni il loro “pelo, è stato lisciato” dell’assegnazione al 100% dell’indennità compensativa. Presto però si ritroveranno a fare i conti con una drammatica realtà.
Se si continuasse così infatti, i 2 terzi del prossimo PSR per un valore di oltre 200 milioni finirebbero in questo unico premio. Lasciando a bocca asciutta tutto il resto del mondo “verde”. Tutta l’ortofrutta e la viticoltura dovrebbero accontentarsi dei 100 milioni residui.
Orbene: la PLV agricola trentina cuba circa un miliardo€. La zootecnia ne determina il 12% circa. Chi produce la restante parte, quasi 900 milioni€ permetterà alla giunta provinciale di continuare a dare alle vacche il 60% di tutto il PSR? Qualche screzio e qualche deluso penso proprio sia da mettere in conto.
Intanto, la giunta che annunciava grandi cambiamenti finirà la legislatura con le regole imposte dagli amministratori di prima. Tanto male, evidentemente non andavano.