Carenza di personale anche nel settore pubblico. Tra politiche alla “Frankenstein” e ricerca di colpe del passato.

Da Michele Dallapiccola

Si stava meglio quando si stava peggio? Chi ha fatto il sindaco come me all’inizio degli anni 2000 ricorda con nostalgia il Budget di legislatura.

 

 

Il Budget di legislatura è un fondo oggi ridotto al lumicino che viene assegnato ad un’amministrazione comunale all’inizio del suo mandato. Permette o meglio permetteva ai Comuni di programmare i loro investimenti.

Gli addetti ai lavori ricorderanno anche il grande passo (indietro) che la Finanza Locale fece quando questo budget venne parzialmente ridotto per dare consistenza al Fondo di riserva.


Si tratta di fondo interamente controllato dalla politica provinciale il cui accesso ai comuni è deciso di volta in volta dalla Giunta. Una sorta di restaurazione del metodo sindaco col cappello in mano di antica memoria.

Padre di questo – a mio modo di vedere – abominevole sistema, fu l’allora assessore agli enti locali Silvano Grisenti. Accompagnato da alterne fortune politiche, uscì di scena lasciando in eredità alla Provincia questo strumento. E altre discutibili cose, ma di questo ne parleremo in altra sede.

Perché dopo il suo esilio politico, dai governi successivi, quel fondo venne comunque tenuto in piedi. Pur ridotto nello stanziamento, è rimasto attivo fino ai giorni nostri.


La pesante parentesi tra il 2010 e il 2014 e il valore del Patto di Garanzia

Durante il governo Rossi, i bilanci provinciali furono afflitti da un vero e proprio flagello finanziario.

La Spending Review, tagliò i conti della PAT come una mannaia, la carne.

Solo il Patto di Garanzia firmato da Rossi e Kompatscher con Renzi alla fine del 2014, ha fermato l’emorragia finanziaria che i fatti di sopra avevano creato.


Dal 2010, infatti, lo Stato aveva iniziato a metter le mani sui fondi dell’Autonomia e a trattenere soldi delle tasse dei trentini.

Il risultato pratico è che oggi dei decimi delle tasse che noi tutti paghiamo, Roma ci permette di trattenere meno di 7/10 anziché i 9/10 previsti dallo Statuto di Autonomia.


Fu questo il principale motivo che impose alla Provincia un atteggiamento serio e responsabile. 


2015 -2018 Il tempo del risparmio.

Temporaneo blocco del turn over del personale pubblico e riprogrammazione e riduzione della spesa di tutte attività le ad esclusione di sanità e scuola: furono questi gli assi portanti delle scelte politiche della precedente Giunta Provinciale.

Il triste paragone con la lega di oggi qui è un obbligo.


Uno dei primi provvedimenti del loro insediamento è stato quello di imporre alla sanità trentina una riduzione di spesa di 120 milioni€.

Ritorno al 2015. Agli enti locali venne data la possibilità di finanziarsi con il FUT (fondo unico territoriale).


Si tratta di un fondo di un’ottantina di milioni divisi in 16 fette, tante quante le Comunità di valle. Dentro alle varie Comunità i sindaci avrebbero così potuto decidere con calma come meglio dividersi le quote. Così è stato.

Oggi: non solo non c’è più nuovo FUT, ma nemmeno le Comunità di Valle. Anzi nell’accordo di Finanza Locale, del quale alcuni sindaci attendono urgentemente confini nitidi, langue la data e l’entità di attribuzione del FIM.


FIM è l’acronimo di Fondo investimenti minori. Un fondo che i sindaci possono utilizzare in maniera molto plastica e dunque utile per i propri bilanci.

La stato attuale.

Se dovessimo cercare nella letteratura un paragone per l’aspetto della finanza locale, dovremmo scomodare il mito di Frankenstein. In pratica sembra quasi che anziché un uomo vero, questo governo provinciale ne abbia soltanto assemblato i pezzi.

In pratica del modo di gestire gli enti locali, ha attinto al passato ricucendo insieme solo il peggio

L’attuale Fondo di riserva, richiede che i sindaci che ne hanno bisogno si rechino col cappello in mano dalla lega. È la maggioranza, che decide cosa finanziare (di quelle poco che riesce a finanziare.) E mediaticamente, ci specula sopra pure l’annuncio. Con relativo comunicato stampa.


Come se le fogne e gli acquedotti fossero una conquista politica della lega e non un diritto di tutti?

Di nuovi fondi agli Enti Locali nemmeno l’ombra. Anzi! Non solo non c’è più il FUT il fondo che gestivano le Comunità di valle ma sono state sospese persino quelle. 


Per l’assetto finanziario della PAT e per gli effetti del Patto di garanzia, oggi si può – o meglio si potrebbe – ricominciare ad assumere personale.

Ne ha bisogno tutta la galassia che fa riferimento all’Ente Provincia.


PER DARE UN’IDEA DELLE CONDIZIONI IN CUI VERSA, CON LA COLLEGA PAOLA DEMAGRI ABBIAMO VOLUTO FARE UN PICCOLO RIASSUNTO CHE POTETE TROVARE APRENDO – QUESTO LINK -.

Quindi, innanzitutto, ne ha urgenza la sanità.

E ne hanno bisogno anche i Comuni.


Invece, con un incredibile atto di ipocrisia politica, ai nostri Comuni si permettono nuove assunzioni solo se portate avanti la modalità di gestione associata!


Altro che riforma leghista dell’assetto dei Comuni con libertà di scelta. 


Il silenzio degli innocenti? No, del CAL.

Tuttavia. Ritengo che a questa giunta non credo vada imputata tutta la responsabilità di dolo per tutto ciò che non funziona. Ci sono anche colpe di contesto. A mio modo di vedere, va ascritta colpa anche al silenzio del CAL, il Consiglio delle Autonomie. L’organo che dovrebbe rappresentare i Comuni, il loro sindacato, si comporta piuttosto da sindacato della Provincia.


Chi, se non la rappresentanza di questo ente, avrebbe il dovere di esprimersi con insistente critica costruttiva riguardo alle azioni della PAT verso gli Enti locali? Non certo il singolo sindaco perché non giusto, né opportuno nei confronti della collettività che amministra.


Anche se, un po’ di coraggio ai sindaci scontenti, io, lo voglio trasmettere con la mia testimonianza. Più volte assunsi posizione politica duramente critica contro Grisenti e quel tipo di politica. E non fu facile gestire rapporti tra il Comune che amministravo e la PAT di allora. Fu però per me fortemente formativo e soprattutto utile alla mia comunità. I risultati lo hanno dimostrato. La lista Cives amministra Civezzano con un buon successo elettorale da più di 20 anni. Coraggio amministratori locali, fate sentire la vostra voce! 

A meno che – fatto legittimo – le cose vi vadano bene così come stanno.

Di sicuro in Provincia c’è chi saprà difendersi spiegando che la colpa è di VAIA-COVID-QUELLI DI PRIMA (che sono già tre anni che non ci sono più.)

Esempio di principi che guidano la lega nelle sua azioni: la discontinuità. Vada bene, vada male, intanto smontiamo!


La scorsa legislatura, il governo provinciale non l’ha impiegata a distruggere, brandendo la scimitarra della discontinuità. Come fa la lega.

Non si è mai sognato nemmeno di tirare in ballo colpe degli altri chiamando in causa la Spending Review o il mostro Berlusconi-Monti-Letta-Renzi.


Alla fine del terzo anno di mandato, tanto per dire, i sindaci avevano già in mano i 70 milioni del FUT o i contadini i 330 milioni€ del PSR.