Che l’acqua di un torrente o di un fiume partano da lontano è fatto notorio che appartiene come atavico sentimento ad ognuno di noi.
Non fa eccezione a questa regola nemmeno quella che dovrebbe irrigare l’industria Val di Non.
Parliamo però di un’acqua regimentata che non ha dunque bisogno del solo ciclo naturale e della forza di gravità per circolare. Per alimentare vita e economia ha bisogno anche di un po’ di aiuto dell’uomo.
Esattamente come i sistemi irrigui della Val di Non e di tutto il Trentino. Parte da lontano la loro gestione. Perchè Usi civici e successivamente Consorzi di miglioramento fondiario nei secoli hanno fatto la loro parte. Non si sono sottratte questo obbligo nemmeno le varie amministrazioni provinciali. L’amministrazione guidata dal governo Rossi però ha dovuto fare la sua parte in un quinquennio caratterizzato dalla scarsità finanziaria imposta dalla Spending review nazionale
L’effetto è che solo verso la fine della scorsa legislatura si arrivò a definire una roadmap per provare a risolvere anche i problemi dei vari sistemi irrigui in Val di Non. QUI IL IL LINK COMPLETO
Il Piano era piuttosto chiaro, ne abbiamo parlato molte volte. Aveva pure in dotazione anche un piccolo (relativamente ai bisogni) budget iniziale di 6 milioni€
Poi è arrivata la lega. Con le sue discutibili idee promosse nel tentativo di stravolgere tutto
Ho motivo di supporre che questi amministratori proponessero progetti fuori portata amministrativa nel probabile tentativo di tirare il can per l’aia?
In realtà il tessuto imprenditoriale non si è mai voluto fermare. Come non ha fatto nemmeno l’amministrazione del passato. Forte delle sue conoscenze in sede romana ha stimolato i Consorzi a procedere su una strada che questi conoscevano comunque già molto bene: il Ministero agricoltura. Così, fu la mia occasione per confermare che il percorso allora ipotizzato potesse trovare la via d’uscita.
Le novità di queste ore.
La notizia interessante di questi ore è che nella banca dati gestita dal Ministero sono stati finalmente ammessi dei progetti esecutivi di nuovi impianti irrigui. Sono soluzioni che potranno saturare la fame d’acqua della Val di Non e di molti luoghi del Trentino.
E’ auspicabile ma non certo che verranno finanziati tutti. In ogni caso gli agricoltori hanno sancito che questi sono progetti percorribili e realistici.
Il tubo milionario che preleva l’acqua del Noce in Val di Pejo rimane quindi tanto inutile quanto impraticabile.
Che un pò alla volta, il buon senso e la pragmaticità stiano prendendo il sopravvento sul populismo della lega? L’impressione è proprio quella. Nel frattempo i 30 mila firmatari contrari al prelievo idrico in val di Sole, non devono abbassare la guardia. Questa vinta oggi è la più importante delle battaglie, ma la vittoria finale va attentamente monitorate e perseguita
Intanto rimane l’orgoglio che questo percorso – un po’ alla volta – trovi la sua strada.