Che tra i consiglieri della lega, i concetti di alto profilo culturale non fossero i preferiti dentro ai propri interventi in politica, è cosa nota.
Ma tra loro c’è qualcuno, che di alta carica amministrativa regionale fa proprio vanto, che riesce ad andare un po’ più in profondità. Sembra quasi si sia messo a scavare nei concetti della più banale geometria, quelli che ti insegnano alle scuole elementari, insomma.
Il casus belli è quello della – drammatica – trovata di Fugatti di proporre l’uscita progettuale della Valdastico a Rovereto anziché a Trento sud. Quest’ultimo è un lascito progettuale della amministrazioni precedenti.
L’illuminata carica amministrativa regionale (effettivamente di alto profilo, intendiamoci), in parola, si permette pure di riprendere a suon di roboanti comunicati stampa chi glielo fa notare.
La questione è in questi termini.
Mettiamoci nei panni di un camionista di Bassano che deve raggiungere l’interporto di Trento nord. Oggi transita dalla Valsugana e fine. Domani, potrebbe avere a disposizione un’arteria a pagamento, certo, ma parallela e veloce. Anziché la SS 47, parliamo della Valdastico qualora collegata a Trento sud.
Nella sconquassata proposta della lega, invece, questo povero camionista anziché la ss47, che può e deve rimanere gratis e aperta (per legge) avrebbe come sola alternativa quella di andare a pagamento fino a Rovereto e poi su lungo la Val d’Adige. E’ una regola elementare.
“In un triangolo la lunghezza di un lato è minore della somma degli altri due”
E dunque il camionista del nostro racconto quale tragitto sceglierebbe secondo voi?
Ecco perché ha ragione lo stimato nonché pragmatico Sindaco di Pergine quando dice che la proposta della lega sta alla soluzione dei problemi di traffico come una promessa elettorale ad una presa per i fondelli. E con altrettanta incredulità osserviamo che quella di Fugatti, è da percepirsi solo come un umiliante atto di servilismo partitico alla lega “taliana”
Sono stati tanti, soprattutto tra i Valsuganotti, quelli che hanno mandato a Trento i propri rappresentanti. Anzi, il Collegio nazionale, prima, aveva mandato Fugatti a Roma.
Ma se erano solo forse consapevoli di non potersi fidare delle promesse elettorali, mai avrebbero immaginato invece che almeno le cose imparate alle elementari, questi loro rappresentanti, se le sarebbero dimenticate.