Da medico veterinario lo voglio ripetere ancora una volta. Mai avrei salvato tanti animali se non avessi avuto a disposizione presidi farmacologici come sono i vaccini. Un bene che è patrimonio dell’umanità.
Eppure anche ieri una moltitudine di persone si muoveva in città. Prima in piazza Dante e poi per le vie del centro.
Gridavano libertà.
Di fatto stavano impedendo quella di molte altre persone. Siamo stati in tanti ad incrociarli, e quasi tutti, me compreso, abbiamo cambiato strada. Penso per paura. Effettivamente, il rischio di infezione per quanto difficile non sarebbe stato peregrino.
Erano alcune centinaia infatti le persone a girare in assembramento senza mascherina e senza rispettare le minime norme di distanziamento. Come se il virus non esistesse più.
Sono convinto che il nostro modo di vivere e di percepire la vita è stato fortemente influenzato dal lockdown e dalle conseguenze dell’epidemia. Che non è né un’invenzione né uno scherzo. Negli occhi di chi si è ammalato, l’angoscia del casco e del tubo è difficile da cancellare. E quanto è tragico pensare a quelli che non ci sono più. Alle persone che di Covid sono morte.
Forse è anche per questo che quelle persone, tutte vicine, tutte senza mascherina e tutte da vaccinare, facevano così impressione.
Come andrà a finire?
Il tempo è signore dice un adagio popolare. La ragionevolezza sarà il miglior motore di salvezza per l’umanità. Dal dissenno dei meno. Raggiunta l’immunità di gregge, il virus non farà più paura. Anche se assai probabilmente continuerà a circolare senza una precisa data di scomparsa. Nel frattempo però la medicina avrà trovato il modo di gestire la clinica e i numeri delle persone ammalate o potenzialmente in pericolo di vita. Ci auguriamo – e non abbiamo motivo di dubitarlo – che i casi di malattia saranno gestiti così come il suo decorso sul singolo individuo. E la presenza del virus, pur endemica potrà venir assorbita dalla società.
A farne le spese e a mantenere un modesto grado di diffusione ne saranno forse maggiormente responsabili le persone non vaccinate. E’ pur vero infatti che il vaccino non protegge al 100 % dalla malattia. Ma se c’è una cosa altrettanto sicura è che i non vaccinati o non recentemente ammalati, sono esposti al 100% alla malattia.
Questo scritto, sia chiaro, non vuol certo far parlare con vanità una persona che pensa di essere in grado di convincere gli altri a cambiare idea.
La manifestazione di oggi e la veemenza delle parole che si levavano dai cortei, mi hanno però così colpito da spingermi con forza a raccontare la mia ferma opinione. Pasteur non può esser esistito invano.
La rabbia, il vaiolo e le altre pestilenze dell’umanità, le hanno sconfitte le persone come lui e chi come tanti altri – e come me – ci ha creduto, si è vaccinato e ha vaccinato.
Da medico veterinario lo voglio dire ancora una volta. Mai avrei salvato tanti animali se non avessi avuto a disposizione presidi farmacologici come i vaccini. Un bene, patrimonio dell’umanità.