“Vuole pranzare? Volentieri signore. Può portare un po’ di pazienza? Potrebbe volerci una mezz’oretta d’attesa. Purtroppo questa è l’ora di punta.”
Col sorriso sul volto e il fare paziente e professionale, un grazioso ragazzo mi risponde così, nonostante l’evidente fatica che sta provando in quel momento.
Come dargli torto, come non provare la comprensione e al tempo stesso la soddisfazione di osservare il pienone nel locale dove sta lavorando. Tutti ad apprezzare quel loro prezioso servizio di ristorazione.
Non stiamo raccontando di una pizzeria d’estate, in riva al lago, o di un comodo ristorante in centro città. La cosa meravigliosa è che siamo in novembre. C’è il sole, certo, ma anche 20 cm di neve. Siamo a 2000 metri di altitudine. In un rifugio aperto al pubblico e raggiungibile solo dopo una bella camminata in salita. E la soddisfazione di vedere tutte queste persone è tanta. Tantissima.
Chi ha un po’ di dimestichezza coi luoghi trentini, dalle foto avrà riconosciuto il posto. Sto parlando del Rifugio Marchetti. Lo abbiamo raggiunto oltrepassando la cima del Monte Stivo, partendo da Malga Campo nel Comune di Drena.
Un rinnovato turismo alimenta la montagna.
Un movimento non certo nuovo ma rinnovato sì. Non solo sci ma anche amore per la propria terra, per i sentieri e per la fatica. Tanta. Tutta quella che serve per salire in quota.
Ad agevolare il moderno viaggiatore ci pensa la tecnologia, nei tessuti e negli accessori tecnici. Non di meno nelle previsioni meteo. Sempre più precise grazie anche al meraviglioso sistema provinciale che io consiglio sempre di preferire a qualsiasi altro. A proposito, QUI IL LINK. Consultiamolo spesso. La montagna non scherza e ci mette un attimo a trasformare una bella giornata in una brutta avventura. Senza scomodare i drammi.
Sono ormai molteplici le offerte invernali alternative allo sci. Le promuovono da tempo e con sempre maggiore professionalità, le società di sistema e le APT locali.
Invece, sarà forse un’impressione, ma l’attuale dicastero al turismo trentino, promuove le alternative in maniera apparentemente distratta. Il risultato è che la montagna a piedi, appare defilata rispetto alla regina sportiva dell’inverno: la pratica dello sci. Magari non è così, ma ci sarà un motivo se poi quando la stampa chiede lumi, la risposta che filtra risulta deviata. Ora che la stagione sciistica sembra poter partire, converrete anche tutti voi che il principale problema da affrontare non è certo il… bombardino!
Dunque non ci resta che affidarci al marketing, quello vero, facendoci sedurre dall’ampissimo carniere di offerte, abbracciando di tutto un po ‘.
Perchè, ad una bella sciata, continuo a pensare sia appagante per anima e spirito, poter alternare qualche uscita nei boschi e sui sentieri delle nostre montagne.