Così il Trentino turistico ha voluto definire già da qualche anno, in una sua felice intuizione, le stagioni intermedie tra l’estate e l’inverno.
Ed in effetti anziché trascinare gli amanti del sole e della neve a godere di queste risorse naturali, oltre i classici periodi, è apparso molto più proficuo il tentativo di catturare l’attenzione di nuovi ospiti per nuovi prodotti turistici. Che in effetti necessitano di una infrastrutturazione del territorio meno pesante a quella necessaria per le stagioni classiche del sole e della neve. Piuttosto, invece, di una più profonda ed articolata collaborazione tra pubblico e privato.
La ricetta per un nuovo turismo
Creazione di percorsi, approntamento delle località, sviluppo e promozione dell’offerta enogastronomica, hanno fatto parte dei punti cardine dello sviluppo turistico che coinvolse il Trentino soprattutto a partire dagli anni ‘10.
Queste attività hanno descritto la declinazione pratica del concetto di destagionalizzazione, ormai vecchio e defunto. Il loro grande valore costituisce cardine di sviluppo dell’espansione turistica post pandemia.
Nuovi mercati, nuovi turisti
E’ un patto tra gentiluomini quello che potrebbe continuare a garantire futuro economico turistico al Trentino. Con la promozione portata avanti dall’Ente pubblico ed il prodotto costruito dal privato al livello locale, si potrà gurdare lontano.
E qualche opportunità ce la fa intravedere anche la ripresa post pandemia. La riscoperta della montagna da parte dei clienti italiani è senz’altro il dato più importante. Insomma, un lavoro partito da lontano, vestito in forma definitiva già tre anni fa. QUI IL LINK DEL COMUNICATO STAMPA DI ALLORA.
Oggi il sistema pubblico e privato del comparto turistico, attore ora come allora di questa profonda novità, si sta adoperando per far crescere al meglio queste opportunità. E’ un lavoro che chi amministra oggi si trova a disposizione.
Ed è una grande soddisfazione vedere il Trentino a macinare risultati grazie al contributo di tutti.