In Consiglio Provinciale, tiene banco in queste ore la presentazione del Bilancio di previsione. L’ultimo anno di legislatura da gestire nella sua interezza. Quello successivo, il 2023, sarà infatti soltanto un bilancio tecnico, dunque di transizione.
Sono questi i motivi che cito pensando soprattutto ai non addetti ai lavori, per ricordare l’importanza di un momento decisivo per la giunta attualmente al governo del Trentino.
L’attuale proposta di bilancio sottende a decisioni e provvedimenti che cercano di accontentare di tutto un pò.
Due le critiche: le scelte di impegno guardano soltanto al breve o brevissimo periodo.
Inoltre, va rilevato che c’è un capitolo che tra tutti risulta particolarmente stonato: quello relativo al fondo di riserva.
Ebbene la lega al termine – c’è da augurarselo – della crisi da Covid, dopo Vaia e dopo tutto quello che c’è stato, si ritrova a collocare, su appositi fondo oltre 190 milioni di €.
Si avete capito bene, 190.170.496,47€ per la precisione!
Delle due l’una.
Se questo fatto accade in buona fede allora questa maggioranza non è in grado di spendere i soldi che ha a disposizione. E in un periodo post crisi, scusatemi se insisto, sembra una considerazione abbastanza grave.
Se la scelta è presa in cattiva fede invece la faccenda si fa ancora più triste. Perché significa che strumentalmente vengono tenuti da parte dei fondi in cospicua misura. Perché l’immaginare come saranno impegnati in un anno a ridosso della campagna elettorale, fa pensare a qualcosa di squisitamente clientelare.
Per dare un termine di paragone, nel corrispondente anno della precedente legislatura la Giunta Rossi aveva prudentemente tenuto da parte una trentina abbondante di milioni di €. Perchè Spending review e difficili rapporti finanziari con lo Stato, avevano davvero picchiato duro. I bilanci erano più magri ma la capacità di spendere le risorse è stata maggiore.
Di questa manovra non citiamo l’unica stortura che deve essere rilevata ma di gran lunga la più dura da digerire.
Certo, denunciamo l’arrivo una sorta di campagna elettorale coi fondi pubblici, una stortura che la lega di opposizione ha sempre condannato.
Ma si sa, Orwell nella “sua” Fattoria degli animali è già stato ucciso molte volte. E ancora una volta dei suoi “Napoleoni”, ancora numerosi in circolazione, dobbiamo farcene una ragione.