E’ una tra le più quotate Istituzioni di Studio Agrario a livello nazionale. Criticata, invidiata, incompresa ma anche amata. La Fondazione ha davanti a sé un grande futuro, ma sembra quasi segnare il passo sotto le sue responsabilità.
Ma l‘assenza dei rappresentanti del mondo contadino dal consiglio di amministrazione, quanto incide in tutto questo? Può questa mancanza tenere sganciata la prestigiosa Fondazione dall’originario spirito che la contraddistinse fin dagli albori della sua origine? Non è passato inosservato che la nuova amministrazione provinciale ha ribaltato come un calzino la sua direzione. Purtroppo soltanto quella! E ciò è avvenuto a partire dal 2019, o se vogliamo 150 milioni di euro fa.
150 milioni di euro! A dirla così fa proprio impressione vero? Eppure, tre esercizi finanziari messi insieme cubano questa cifra. Significa che sono questi i fondi spesi fino ad oggi.
Sono passati, insomma, più di 3 anni dall’insediamento del governo leghista, ma l’Amministrazione della FEM sta navigando ancora in modalità provvisoria.
Nel frattempo, notizie curiose arrivano anche dai media. Rumors di settore raccontano che le dimissioni di un bravo direttore di una grossa cooperativa agricola locale siano in qualche modo correlate a un suo eventuale intervento operativo in questa sede. A chiarire se, a quale titolo e con quale compito, sarà eventualmente l’amministrazione provinciale.
Come andrà a finire?
Ora che la legislatura provinciale sta per terminare sembra difficile pensare a grandi colpi di scena. Il compito di nuove figure di vertice si presenta dunque assai ingrato prima ancora di essere mai partito. La responsabilità anche finanziaria è molto pesante. Alla fine del mandato i milioni investiti in ricerca, scuola, trasferimento tecnico, saranno stati 250. Sarebbe bello poter leggere in un’interfaccia digitale di facile consultazione quali saranno stati i principali risultati raggiunti.
C’è stato un tempo in cui la conoscenza viaggiava essenzialmente offline. FEM conquistò il suo ruolo di preminenza nel panorama scientifico agricolo nazionale grazie ai suoi bravi ricercatori e all’intensa attività che comunque ancora continua, fuori dai riflettori dei media. Era il tempo delle pubblicazioni scientifiche su carta e su convegno.
Forse all’epoca dei social e della comunicazione digitale sarebbe bello rendere invece tutto molto più intellegibile ed accattivante anche per il grande pubblico.
In questi giorni, mi son preso la briga di consultare il sito della Fondazione, al di là delle news dell’attività ordinaria. Devo confessare che ho fatto fatica ad orientarmi dentro alle numerose informazioni contenute. Ovviamente penso che questo dipenda da un mio limite. Penso anche però di essere in buona compagnia. Per questo, voglio però segnalarlo. Ritengo che un ente così prestigioso, di così elevato valore culturale e dotato di una tale forza finanziaria, debba rendere disponibile tutto il suo sapere nella maniera più chiara possibile. Anche a quelli meno avvezzi a navigare nei meandri del mondo digitale quali sono le persone come me.