Per ristorazione, turismo e cultura la ripresa non è mai arrivata.
Eppure Confcommercio Nazionale ha rilevato che rispetto al precedente il 2021 si è chiuso con una crescita del Pil del 6,2% e dei consumi del 5,1%. E’ solo dal 2023 che si potranno recuperare i livelli pre-pandemia per tutti i settori.
Anche il Trentino in questo non fa eccezione. In particolare nell’ospitalità non sono certo riusciti a riprendersi e ad “agganciare” la ripresa. La filiera turistica e dall’area della cultura e del tempo libero sono ancora molto distanti anche in provincia dai livelli del 2019.
Secondo l’Ufficio Studi Nazionali Confcommercio, il completo ritorno ai livelli pre-pandemici non avverrà prima del 2023. Anche perchè anche la nuova ondata pandemica ha imposto una prosecuzione delle restrizioni. E come se non bastasse, anche l’accelerazione inflazionistica innescata dai prezzi delle materie prime, rischia di bloccare l’ampio potenziale di consumo delle famiglie italiane. L’eccesso di risparmio forzoso e precauzionale accumulato negli ultimi due anni si sbloccherà assai difficilmente davanti a nuove condizioni di incertezza pandemica e di rialzo dei prezzi. Per questo con le categorie coinvolte non si può certo scherzare.
I 70 milioni€ ristorati agli impiantisti, assai importanti sulla carta, nella realtà hanno lasciato diverse falle. Specie nelle piccole stazioni. Anche nel settore del commercio e del turismo, sono arrivati ristori. Apparentemente a pioggia, hanno coperto molto bene certi casi (anche ingiustamente) ma hanno lasciato gravi, anzi gravissimi buchi in altri.
Su tutto, in questo inizio 2022, si staglia Omicron e la sua ombra. Sfiducia, disdette, alberghi chiusi perché vuoti, sono le cifre con le quali confrontarsi. E la paura che a gestire gli aiuti a livello locale sia un governo maldestro è a dir poco piuttosto concreta.
E’ di ieri la nuova impugnativa del provvedimento di deroga ai plateatici che tanto avrebbe aiutato. “Governo ladro, non ci ha lasciato fare!”: diranno i leghisti. QUI IL LINK DELLA NOTIZIA
Certi loro provvedimenti sembrano quasi presi “dopo cena”, in compagnia. Si pensi ad esempio tra tutti, ai danni che hanno prodotto alla GDO con le chiusure domenicali imposte e non concordate. Alle cause milionarie che ora, per questo dovranno gestire.
E che dire della Riforma del Turismo? Partita tra mille eccezioni, ha finito per pesare sui deboli, costringendo le ex APT a riorganizzarsi nel loro peggior periodo della storia economica.
Solo un paio di esempi, questi sopra. Ecco perchè, fossi nei panni di un operatore del settore turismo non me ne sarei così zitto e buono. Fossi un loro rappresentante, per quegli alcuni della mia categoria ai quali sta andando proprio male, mi spenderei.
Educatamente apostroferei il governo provinciale. Lo spingerei ad organizzarsi in qualche provvedimento di “ristoro 2022” visto che il fondo di riserva di Fugatti ammonta a oltre 190 milioni di€.
Questa cosa toglie molti alibi. Perchè di prebende da campagna elettorale non è ancora tempo.