Non so a voi ma a me questa pioggia sembra quasi miracolosa. Eppure gli esperti ci confermano che non siamo assolutamente fuori dall’emergenza siccità. E l’inquietudine provocata dalla visione dei camion cisterna con l’acqua potabile “a spasso” dei giorni scorsi, non è affatto abbandonata. Purtroppo i dati sono impietosi. Basta consultare Meteo Trentino o i tanti siti dedicati per capire quanto la situazione sia complessa. E il Trentino ha sete. Tanta. Ne ha la sua comunità civile ma soprattutto ne ha la sua economia con l’agricoltura e le presenze turistiche a far da padrone.
Al meteo non si comanda e gli effetti della riduzione di emissioni di anidride carbonica in atmosfera penso che non li vedremo presto.
Di fronte all’enormità di tali questioni la Provincia dovrebbe intervenire con opere strutturali davveron molto pesanti e dunque costose. Bacini di accumulo, piani di miglioramento della captazione e distribuzione delle acque in campo civile e industriale, un’agricoltura hi-tech e un turismo ripensato e diverso. Tutte attività che richiedono investimenti ingenti straordinari, miliardari direi.
È da qui che nasce la nostra critica all’unico piano provinciale di cui si abbia notizia. Un miliardo e passa di nuove strade. Un libro dei sogni che impegna le risorse dei prossimi vent’anni coi suoi quattro Presidenti della provincia.
Le priorità in campo viabilistico sarebbero invece la gestione, il miglioramento e la messa in sicurezza di tutto il patrimonio che già abbiamo. Basti guardare le numerose frane cadute in queste ore che hanno provocato anche altrettante chiusure della viabilità.
Chi ha fatto il sindaco lo sa. Opere costose che per essere realizzate vanno messe sotto terra in uno scavo, danno poca visibilità e portano pochi voti. Però sono frutto della coscienza e del giusto spirito di un amministratore serio che antepone i bisogni alla visibilità.
E sognare varianti, ponti e bretelline e patire la sete son due cose che una politica che si rispetti non può imporre al Trentino.