Ed eccoci qui a parlare della farina di insetti: un argomento che desta tanto scalpore mediatico.
Attingendo alle mie pur lontane nozioni nel campo dell’ispezione degli alimenti di origine animale, da veterinario vi devo confessare che la cosa mi ha sempre turbato assai poco. Inoltre, i cibi particolarmente sofisticati non mi preoccupano affatto. E in fondo, a questo tipo di cibi abituati siamo in tanti ad essere abituati. Perché tanti artifizi, tanta tecnologia alimentare pur spaventando quando evidenziata, nella maggior parte dei casi passano inosservati e col tempo la pubblica opinione dimentica, tace e consuma.
Di che cibi stiamo parlando?
Moltissimi preparati abitualmente consumati nei fast food, e poi wurstel, pasticci di carne, mortadelle, surimi, salse, creme, dolci, pani, paste e in senso generale tutto il preconfezionato conservato destinato a durare un lungo periodo specialmente a temperatura ambiente.
E chi non consuma anche abitualmente qualcuno di questi alimenti scagli la prima pietra.
Dunque, se oggi arriva la farina di grillo, anche se inifilata dentro a qualche pietanza che problema c’è? Nella nostra società delle istituzioni, della sanità pubblica, dei controlli, delle norme e delle analisi non c’è di che preoccuparsi. Nutre, in quanto controllata è sicuramente salutare e magari è pure divertente assaggiare.
E invece come al solito, pronta ad ogni argomento di valenza socio culturale sotteso tra progresso e conservazione, la politica accondiscende le proprie inclinazioni si è subito schierata tra favorevoli e contrari. E la destra politica italiana si è ritrovata a colpi di post sui social, a far la guerra ai grilli.
Anche il nostro presidente della Provincia, da piccolo emulo del titolare nazionale del suo partito non ha potuto mancare di unirsi al coro. Commentando una foto super condivisa si è schierato dalla parte dei naturisti a tavola.
Fedele alla tradizione conservatrice della destra. Chissà come farà a gestire il suo rapporto con tutto l’elenco di cibi raccontati qui sopra. Ormai fanno parte della nostra quotidianità e sono praticamente inevitabili. Pena regimi dietetici piuttosto rigorosi.
Per quanto mi riguarda, non c’è cosa che mi dia più soddisfazione della luganega e del formaggio di malga ma se c’è da assaggiare o non c’è altro da mangiare, mi chiedo che problema c’è. E a chi danno fastidio questi cibi, consiglio due cose: evitare di mangiarle innanzitutto. E poi leggere cosa c’è scritto sull’etichetta. Gli ingredienti di un qualsiasi cibo a lunga conservazione abitualmente acquistato e consumato nelle nostre case, spesso hanno dei nomi alquanto inquietanti. Anche se lo stabilimento che li produce si trova, metti caso, in “Padania”. Eppure siamo in tanti a mangiarle, praticamente da sempre.